ISOLA TIBERINA
[NIKON Z50, ISO 160, 1/250 sec, f/5,6, - 25 mm.] |
La leggenda.
Sulla sua nascita esistono leggende di cui una racconta
di una nave che, nel 291 a. c. , essendo scoppiata a Roma una grave epidemia di
peste, salpò verso Epidauro, città sacra ad Esculapio, il Dio della medicina
greca, con una commissione di dotti romani per chiedere al nume il suo
soccorso. Ma mentre si svolgevano i riti propiziatori, un serpente enorme uscì
dal tempio e andò a rifugiarsi sulla nave romana. Certi che Esculapio si fosse
trasformato in serpente, la nave si affrettò a ritornare a Roma. Quando la nave
giunse presso l’isola, il serpente scese nel fiume e nuotò fino all’isola
Tiberina, dove scomparve, indicando in tal modo la località dove sarebbe dovuto
sorgere il tempio. La costruzione, iniziata subito dopo, venne
inaugurata nel 289 a. c. e come da leggenda l’epidemia cessò. La posizione del
tempio coinciderebbe con la chiesa di San Bartolomeo: il pozzo medioevale, che
esiste ancora presso l’altare della chiesa, corrisponderebbe alla fonte di cui
il tempio era certamente dotato. Il tempio costituiva un vero e proprio
ospedale: sono rimaste, infatti, varie iscrizioni che testimoniano di
guarigioni miracolose, ex voto e dediche alla divinità. In ricordo dell’evento
miracoloso l’isola prese la forma di Trireme, con tanto di prua, poppa e
persino di albero maestro, rappresentato, in origine, da un obelisco e poi da
una colonna con la croce; una nave romana con graniti e marmi che sembrava
navigare nel Tevere. Della forma della nave, resta ancora visibile la prua, con
blocchi di travertino che rivestono l’interno in peperino e decorazioni
raffiguranti Esculapio con il suo serpente e una testa di toro per gli ormeggi.
[NIKON Z50, ISO 100, 1/250 sec, f/5,6 - 25 mm.] |
[NIKON Z50, ISO 100, 1/320 sec, f/6,3 - 16 mm.] |
San Bartolomeo all’isola.
Sopra le rovine del tempio di Esculapio l’Imperatore
Ottone III volle costruire nel X sec. una chiesa dedicata ai santi Adalberto,
Paolino e Bartolomeo e che dopo il restauro di Papa Alessandro III nel
1180 mantenne la dedica soltanto per l’ultimo santo. La chiesa conserva una
bellissima torre campanaria del 1113 con bifore e trifore e all’interno
l’antico pozzo miracoloso con un bassorilievo raffigurante i tre santi. La
facciata della chiesa è un bell’esempio del Barocco romano, animata da arcate e
nicchie, paraste e finestre nella parte superiore e volute che raccordano i due
ordini. Martino Longhi il vecchio o suo figlio sono tradizionalmente indicati
come suoi autori. Nell’interno della chiesa, nella prima cappella a destra, è
conservata l’immagine della Madonna della Lampada, legata all’inondazione del
1557 e alla tradizione del prodigio. L’immagine è una Madonna con bambino
affrescata nella seconda metà del XII secolo.
[NIKON Z50, ISO 110, 1/250 sec, f/5,6, - 25 mm.] |
In occasione della
manifestazione “Isola del Cinema”, l’isola Tiberina si trasforma nel
salotto tradizionale del cinema ospitando attori e registi italiani e
internazionali e proiettando alcuni tra i più bei film di qualità e dell’ultima
stagione, anteprime e pellicole prestigiose.
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