PIAZZA DI SPAGNA E TRINITA' DEI MONTI
[NIKON Z50 , ISO 100, 1/320 sec, f/6,3 - 16 mm.] |
Il nome della piazza deriva dal palazzo sede dell'Ambasciata di Spagna
presso la Santa Sede, situato sul lato meridionale della piazza e risalente al
1647. Sulla piazza termina la scalinata di Trinità dei Monti. Il primo a concepire l'idea della
scalinata fu il cardinale Mazzarino nel 1660, senza riuscire ad andare più in
là dell’esecuzione di alcuni disegni eseguiti dall’architetto d’Orbais. Alla
morte del cardinale, avvenuta nel 1661, comparve sulla scena un nobile
francese, Ètienne (Stefano) Gueffier, il quale, in un testamento redatto nel
1659, lasciava erede dei suoi beni il convento dei Minimi della Trinità de’
Monti (come recita anche la targa posta lungo la scalinata), a patto che 400
scudi fossero destinati a spianare il tracciato per la scalinata e 20.000
venissero destinato alla scalinata stessa. Si dovette attendere però il 1720
circa, quando il progetto dell'architetto Francesco de Sanctis fu approvato dai
Francesi (proprietari del terreno) e da papa Innocenzo XIII Conti. La scalinata, terminata nel 1726,
alterna tratti curvi, tratti diritti e terrazze, costituendo uno degli esempi
più rappresentativi dell'ultima arte barocca, di cui sintetizza il gusto
scenografico e spettacolare. La soluzione non piacque molto ai critici del
tempo, ma fu amata molto dal popolo, che ne apprezzò proprio la sua
funzionalità e comodità. La scalinata si articola in una successione di rampe
di 12 gradini ognuna, ai quali vanno aggiunti i quattro gradini iniziali, per
un totale di 136: all'inizio possiamo notare i cippi con i gigli di
Francia e le aquile di Innocenzo XIII Conti.
[NIKON Z50 , ISO 100, 1/500 sec, f/8 - 28 mm.] |
La storia
della chiesa della Ss.Trinità dei Monti, un tempo denominata
"Trinità del Monte" (in riferimento al Pincio), ebbe inizio nel 1494
con l’acquisizione di una vigna da parte del re di Francia, Carlo VIII, e con
la donazione di 347 scudi per “une fabrique propre à loger commodément six
religieux”, ovvero “una fabbrica adeguata per ospitare comodamente sei
religiosi” appartenenti all'Ordine dei Minimi di S. Francesco da Paola. I
lavori iniziarono nel 1502, durante il regno di Luigi XII, e proseguirono per
buona parte del XVI secolo.
La chiesa
consacrata nel 1585 dal pontefice Sisto V, fu costruita con le pietre
provenienti dalla città francese di Narbonne, per espresso volere di re Luigi
XII. La facciata, ad un solo ordine di lesene e conclusa da un attico con
lunettone centrale e balaustra, risulta proiettata verso l'alto grazie ai due
campanili simmetrici con cupolino ottagonale.
[NIKON Z50 , ISO 100, 1/320 sec, f/6,3 - 16 mm.] |
Di fronte alla scalinata si trova la fontana detta "Barcaccia" scolpita da Pietro Bernini (1628-9), padre di Gian Lorenzo (al quale appartengono le decorazioni laterali). Il nome, solo apparentemente dispregiativo, deriva dalle barcacce che, nel vicino porto di Ripetta, venivano utilizzate per il trasporto del vino. Fu la prima fontana alimentata dal vicino bottino dell'Acqua Vergine. La tradizione vuole che papa Urbano VIII fosse rimasto talmente impressionato da una barca che era venuta ad arenarsi sulla piazza a seguito di una piena del Tevere, da volerne mantenere perpetua memoria. In verità, la "barcaccia" è frutto della genialità del Bernini che sfruttò la raffigurazione di una barca in apparente pericolo di affondare per eliminare il problema relativo alla bassa pressione dell'acqua che alimentava la fontana. Le api ed i soli che decorano la fontana sono i simboli della famiglia di Urbano VIII, i Barberini.
[NIKON Z50 , ISO 100, 1/640 sec, f/9 - 50 mm.] |
Dinanzi alla
residenza ed uffici dell'Ambasciatore di Spagna presso la S.Sede, si erge la Colonna
dell'Immacolata Concezione che Pio IX volle erigere nel 1857 a memoria del
dogma dell'Immacolata Concezione, definito tre anni prima. L'opera è
dell'architetto Luigi Poletti, che progettò un monumento complesso: un grande
basamento in marmi policromi, movimentato da scalini, sedili, quattro statue
raffiguranti Mosè, David, Isaia ed Ezechiele, quattro bassorilievi
raffiguranti "La definizione del Dogma", "Il sogno di
S.Giuseppe", "l'Incoronazione di Maria in Cielo" e
"l'Annunciazione"; la colonna di cipollino rosso, alta più di 11
metri e ritrovata nel monastero delle benedettine nei pressi di S.Maria in
Campo Marzio nel 1777; infine, una statua gigantesca della "Vergine
Immacolata", in lega di ottone più che di bronzo. Il tutto è alto più di 29
metri e fu pronto due anni dopo la proclamazione del dogma: l'inaugurazione
ufficiale avvenne l'8 dicembre 1857. La tradizione vuole che una squadra di
Vigili del Fuoco compia una devota scalata per mettere fiori freschi tra le
braccia della Madonna ogni anno, la mattina dell'8 dicembre.
[NIKON Z50 , ISO 100, 1/640 sec, f/9 - 50 mm.] |
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