FONTANA DI TREVI

[NIKON Z50 , ISO 100, 1/400 sec, f/7,1 - 16 mm.]

La Fontana di Trevi è la fontana più ammirata di Roma e la più nota a livello internazionale grazie ad alcune scene del film “La dolce vita” di Fellini.

La grande fontana copre tutto il lato minore di palazzo Poli per una larghezza di 20 metri e 26 di altezza. Il prospetto è costituito da un grande nicchione centrale con la calotta a cassettoni, fiancheggiato da un ordine di quattro colonne corinzie sormontate da un grandioso attico sovrastato dallo stemma di Clemente XII sorretto da due fame alate.

NIKON Z50 , ISO 100, 1/640 sec, f/9- 130 mm.]

Lo stemma è coronato da una balaustra con quattro statue che simboleggiano le quattro stagioni. Nel fronte dell'architrave vi è l'iscrizione: 

"CLEMENS XII PONT MAX AQUAM VIRGINEM COPIA ET SALUBRITATE COMMENDATAM CULTU MAGNIFICO ORNAVIT ANNO DOMINI MDCCXXXV PONT VI", 

ovvero "Clemente XII Pontefice Massimo decorò con ornamento magnifico l'Acquedotto Vergine, celebre per abbondanza e salubrità, nell'Anno del Signore 1735, sesto anno del suo pontificato"

NIKON Z50 , ISO 100, 1/800 sec, f/7.1 - 250 mm.]

Dall'interno del nicchione centrale si erge imponente la statua di "Oceano" sopra un carro a forma di conchiglia, trainato da due cavalli marini, uno "Placido" e l'altro "Agitato", a simboleggiare i due aspetti del mare, e guidati da altrettanti tritoni.
L'intero gruppo statuario è opera dello scultore Pietro Bracci che lo eseguì nel 1762. Ai lati del nicchione centrale vi sono due nicchie laterali, nelle quali vi sono collocate due statue raffiguranti l'Abbondanza (a sinistra) e la Salubrità (a destra), sormontate da due bassorilievi raffiguranti, rispettivamente, uno la leggenda di Agrippa che approva il progetto dell'acquedotto e l'altro la vergine romana che indica ai soldati assetati le sorgenti dell'acqua. La fontana si conclude con la grande scogliera che si allarga fino a coprire la base del palazzo e si immerge nella grande vasca a bordi rialzati che simboleggia il mare.


NIKON Z50 , ISO 100, 1/800 sec, f/7.1 - 250 mm.]

Aqua Virgo. Leggendaria l'origine del nome dell'Aqua Vergine che, secondo Frontino, sarebbe stato dato da Agrippa stesso in ricordo di una fanciulla (in latino "virgo") che avrebbe indicato il luogo delle sorgenti ai soldati che ne andavano in cerca, ma più verosimilmente lo si deve alla purezza ed alla leggerezza delle acque prive di calcare. L'acquedotto fu creato da Agrippa nel 19 a.C. per alimentare le sue Terme

NIKON Z50 , ISO 100, 1/800 sec, f/7.1 - 250 mm.]

Le sorgenti erano situate all'VIII miglio della "via Collatina", nell'odierna zona di Salone ed il percorso, lungo circa 20 km., dopo un lungo ed ampio giro, giungeva in città alle pendici del Pincio, dove si trovava la "piscina limaria". All'altezza degli "Horti Luculliani" (nell'odierna zona situata tra la chiesa di Trinità dei Monti e villa Medici), il condotto, fin qui sotterraneo, continuava su arcate (alcune delle quali ancora visibili in via del Nazareno, traversava la zona della fontana di Trevi e la "via Lata" con un'arcata successivamente trasformata in arco trionfale con il nome di Arco di Claudio, continuava per piazza di S. Ignazio e lungo l'attuale via del Seminario (dove si trovava il castello terminale) per arrivare dinanzi ai "Saepta", cioè nelle immediate vicinanze del Pantheon; da qui, con un breve percorso sotterraneo, giungeva ad alimentare le Terme di Agrippa. Non si sa esattamente quando la parte urbana dell'acquedotto fu interrotta ma si sa con certezza, da un itinerario romano dell'VIII secolo, che in quel periodo non era già funzionante e quella che in passato era una delle fontane minori divenne la fontana terminale dell'Acqua Vergine: questa modesta fontana, composta di tre piccole vasche affiancate ed addossate ad un edificio che presumibilmente era il castello terminale, si deve riconoscere in quella che diverrà la famosa fontana di Trevi. 

L'acquedotto subì un grande rifacimento nel 1453 ad opera di papa Niccolò V, il quale incrementò la portata dell'acqua con nuove sorgenti, riutilizzando in gran parte le antiche condutture, secondo un progetto di Leon Battista Alberti. Purtroppo la tanto decantata acqua ha subìto un tale e profondo inquinamento negli ultimi decenni, causato da un'urbanizzazione incontrollata, che ai nostri giorni viene utilizzata prevalentemente per alimentare alcune delle più celebri fontane romane quali la fontana di Trevi, la Barcaccia e la fontana dei Fiumi.

NIKON Z50 , ISO 100, 1/400 sec, f/7.1 - 88 mm.]

Fra le leggende che si narrano sulla celebre fontana di Trevi la più nota certamente è quella secondo la quale colui che getta una moneta nella fontana, rigorosamente di spalle, farà ritorno a Roma.

Fonte: RomaSegreta.it]

Commenti

  1. Molto bella l’inquadratura della prima foto! Anche l’ultima ha un bel contrasto (proverei magari un filtro bianco e nero, per dare risalto all’effetto silhouette delle persone in primo piano) :)
    Francesca

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    1. Buona idea quella del bianco e nero sull'ultima foto, che ha il compito di ricordare che la fontana è tra i luoghi più visitati di Roma. La tradizione del lancio delle monetine nella vasca girati di spalle produce oltre un milione di euro l'anno che viene devoluto dal Comune di Roma alla Caritas.

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