COLOSSEO

[NIKON Z50, ISO 100, 1/250 sec. f/5,6 - 17,5 mm]

Il più grande anfiteatro di Roma - diametro di 188 metri per l'ellissi maggiore e di 156 metri per l'ellissi minore - fu fatto erigere da Vespasiano nei primi anni del suo regno (69-79 d.C.) nella valle compresa tra Palatino, Esquilino e Celio, nella zona che, in precedenza, era stata occupata dal laghetto artificiale della "Domus Aurea" di Nerone. I lavori di costruzione proseguirono con Tito (79-81), ma l'opera fu terminata completamente soltanto con Domiziano (81-96). La capacità dell'anfiteatro era di circa 73.000 spettatori.

L'altezza dell'anello esterno è di quasi 50 metri, tutto in travertino, costituito da 4 piani sovrapposti, di cui i primi tre formati da arcate inquadrate da semicolonne, tuscaniche al primo piano, ioniche al secondo, corinzie al terzo. Un quarto piano cieco è scompartito da lesene, anch'esse corinzie.

[NIKON Z50, ISO 125, 1/250 sec. f/5,6 - 16 mm]

Le arcate al pianterreno, 80 in tutto
, davano accesso alle scalinate che portavano ai vari settori della cavea. Sopra ognuno degli archi superstiti è ancora indicato il numero progressivo, corrispondente al numero di biglietto ("tessera") di cui ogni spettatore era munito. Soltanto i 4 ingressi posti in corrispondenza degli assi principali non avevano numero: quello a nord era l'ingresso d'onore che portava alla tribuna imperiale, gli altri tre erano ingressi per le alte classi privilegiate. 


[NIKON Z50, ISO 100, 1/400 sec. f/7.1 - 19.5 mm]

Quello che resta della cinta esterna (circa i 2/5) è sostenuto, alle due estremità, da muraglioni costruiti da Valadier nel 1820 per volere di Pio VII, come recita anche l'iscrizione: "Nel VII anno di Pontificato di Pio VII".

A seguito dei crolli dovuti a terremoti, fu anche cava inesauribile di materiale edilizio, di travertino in particolare, che andò a beneficio della basilica di S. Pietro, di palazzo Venezia, del porto di Ripetta, del palazzo della Cancelleria, delle sottostrutture di ponte Sisto, fino a quando, nel 1744, Benedetto XIV pose fine alle spoliazioni consacrandolo: fece erigere 14 edicole per le Stazioni della "via Crucis", che vennero benedette in occasione dell'inaugurazione dell'anno giubilare del 1750. In questo modo il papa volle consacrare l'Anfiteatro alla memoria dei santi martiri, anche se, storicamente, non fu mai provato che nel Colosseo vi furono esecuzioni di cristiani. Nello stesso anno (1750) venne posta, all'interno, anche una Croce, meta di una processione che, passando per la "via Sacra", raggiungeva il Colosseo (ancora oggi il papa partecipa personalmente alla solenne "via Crucis" che si svolge, il venerdì della Settimana Santa, all'esterno del Colosseo, a testimonianza del perdurare di una tradizione cristiana).

Fonte: Romasegreta

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